domenica 7 novembre 2010

Biomeccanica della torsione abduttoria


La torsione abduttoria si presenta come un rapido sbandamento mediale del tallone durante o poco prima della fase di sollevamento del calcagno che precede la propulsione vera e propria del piede. Il risultato è un movimento in abduzione del piede nel momento pre-propulsivo, cioè una rapida rotazione esterna del piede e di tutto l’arto inferiore attorno alle teste metatarsali. Si tratta di una condizione spesso associata a una pronazione anomala in fase di midstance.

ROTAZIONI DELL’ARTO DURANTE LA MARCIA
Per poter compiere il programma locomotorio della marcia, le estremità inferiori devono ruotare in direzioni opposte sul piano sagittale; in altre parole quando la gamba sinistra si muove in avanti, quella destra è spostata indietro e viceversa. Questa contro-rotazione si sviluppa in maniera coordinata con un’altra rotazione, quella sul piano trasverso a livello della pelvi per permettere una lunghezza del passo maggiore e nel contempo per rendere la locomozione bipodalica più efficiente e armoniosa. Ne consegue che rotazioni orizzontali della tibia, del femore e della pelvi sono sincroniz-
zate durante il cammino. La pelvi raggiunge la massima
rotazione sul piano trasverso nei momenti di contatto dell’avampiede e di stacco delle dita. Mentre l’arto inferiore sinistro si muove anteriormente dallo stacco delle dita fino al primo contatto del tallone (fase di volo), l’emibacino sinistro si muove anteriormente rispetto a quello de-
stro. Allo stesso tempo l’arto destro si muove posteriormente dal contatto dell’avampiede allo stacco delle dita (fase di stance), causando una rotazione in senso opposto dell’emibacino destro rispetto al sinistro.
I movimenti dell’arto inferiore che avvengono sul piano sagittale causano quindi rotazioni cicliche che la pelvi sviluppa sul piano orizzontale in modo tale che durante la midstance l’anca adibita alla fase di volto si troverà in posizione anteriore rispetto all’anca adibita alla fase di stance.

EFFETTO DELLE FORZE DI REAZIONE SULLA ROTAZIONE PELVICA
E’ noto che durante la fase di stance il piede è tenuto saldo a terra dalle forze di frizione provenienti dal suolo. Quindi, a meno che il piede non scivoli sul suolo, esso non può ruotare attorno al piano trasverso insieme alla pelvi per seguire la spinta rotatoria da essa proveniente. Il piede e la gamba devo possedere un meccanismo che permetta al femore e alla tibia di ruotare esternamente assieme alla pelvi smorzando mano a mano in direzione prossimo-distale le componenti rotatorie che altrimenti causerebbero o la lesione delle articolazioni mantenute fisse dalla forza di reazione del suolo, o lo scivolamento del piede a terra.
Tale meccanismo è costituito dall’assestamento triplanare dell’articolazione sottoastragalica, che concede alla tibia di
muoversi liberamente: astragalo, tibia e asse della sottoastragalica ruotano tutti esternamente mediante compensati
dalla supinazione dell’ASA.

PATOMECCANICA DELLA PRONAZIONE ANOMALA DELL’ASA
La pronazione dell’ASA, quando avviene in maniera anormale durante la fase di midstance, causa l’intrarotazione di tibia e femore nel momento in cui essi dovrebbero trovarsi in extrarotazione. Ne consegue che queste due ossa lunghe si muovono in direzione opposta rispetto alla pelvi, a causa delle diverse rotazioni dei capi ossei o anche solo per una variazione di velocità fra rotazione della pelvi e quella delle articolazioni più distali. Come conseguenza, i tessuti molli di anca e ginocchio vengono stirati eccessivamente. Le forze frizionali tra piede e suolo tuttavia impediscono momentaneamente l’abduzione del piede spinto dall’avanzamento dell’emibacino. Quando la tibia si trova ad extrarotare più lentamente rispetto alla pelvi o addirittura in senso opposto, legamenti e altri tessuti molli di ginocchio e caviglia si stirano e accumulano energia potenziale elastica alla base della successiva torsione abduttoria, il momento cioè in cui l’energia potenziale rilascerà energia cinetica, e tendini e legamenti torneranno alla loro normale lunghezza.

PATOMECCANICA
Poco prima del distacco del tallone, ogni momento extrarotatorio sul femore e sulla tibia, causato dalla rotazione pelvica e accumulatosi durante la midstance, si risolve sprigionando una rapida extrarotazione del piede. Il rapido scivolamento mediale del tallone che compone questa extrarotazione podalica è appunto dovuto al rilascio repentino di questa energia potenziale accumulata durante la tensione elastica dei tessuti molli, con il risultato finale di una torsione abduttoria.
Fintato che il piede è tenuto saldo al suolo, quindi, le forze extratorsionali non sono in grado di sovrastare la frizione del suolo e non sviluppano una torsione abduttoria. Quando però durante il sollevamento del tallone la superficie di appoggio diminuisce improvvisamente, l’energia cinetica si libera, i tessuti molli riacquisiscono la loro forma e lunghezza originari e il piede viene abdotto. Non solo la superficie di appoggio inferiore, ma anche variabili come tipo di terreno (ghiaccio, alcuni parquet e linoleum) o tipo di suola (fondo cuoio o para) sono in grado di ridurre la frizione tra il suolo e la scarpa e aumentare quindi il twist in abduzione.
Altri importanti fattori che influenzano la torsione abduttoria possono essere:

- Velocità e lunghezza del passo: aumentano la velocità e la quantità di rotazione orizzontale della pelvi e tendono quindi ad aumentare la torsione abduttoria.

- Angolo del piede durante la fase di contatto: un posizionamento in adduzione
(dovuto a metatarso varo o cammino intraruotato) durante la prima parte dell’appoggio podalico causano uno stiramento maggiore dei tessuti articolari, aumentando la tendenza alla torsione abduttoria.

- Pronazione ASA anomala: come già descritto, la pronazione durante la fase tardiva di midstance è una delle cause principali di torsione abduttoria. In questi pazienti è necessario ristabilire una corretta e più veloce supinazione dell’articolazione per prevenire la torsione abduttoria, la quale è un chiaro segno di stress dei tessuti articolari e deve essere quindi prevenuta.

Molto spesso la torsione abduttoria si associa ad hallux limitus funzionale, poiché entrambe le anomalie sono causate dalla pronazione anomala della sottoastragalica.

CONCLUSIONE
La torsione abduttoria o abductory twist è nel contempo segno e complicazione di un disadattamento rotazionale sul piano trasverso fra la velocità della pelvi e quella dell’arto inferiore durante la fase di appoggio intermedio. Per questo motivo può essere usato come indicatore di una meccanica anormale del passo che potrebbe essere difficile rilevare altrimenti con strumenti anche costosi. Qualunque siano le parole che verranno scelte per indicarla, ci auguriamo che venga presto adottata fra la terminologia clinica quotidiana, poiché si tratta di un segnale semplice ed estremamente utile da notare, che può e deve guidare lo specialista nella decisione della corretta terapia da intraprendere.